Intervista a Marco Savorani, vincitore del premio APPORT 2016-2017 e 2017-2018 come miglior preparatore dei portieri della serie A
Come è cambiato il tuo modo di essere allenatore negli anni?
Io ero un portiere tecnico, lavoravo molto da questo punto di vista perchè credevo che migliorare la tecnica mi aiutasse ad essere più efficace nell'intervento in porta. Questa mia convinzione ha determinato il mio percorso da allenatore, lavoro molto sotto questo aspetto, come lavoro molto sulla correzione dell'errore. Correggo e cerco di eliminare nel portiere che alleno tutti quelli che sono i movimenti superflui e che portano a ritardare l'intervento, limitandone l'efficacia. Devo ammettere che Negrisolo, che ho avuto come allenatore, mi ha aiutato a capire l'importanza di questi concetti e quanto questi possano incidere sull'ulterire crescita di portieri già di alto livello.
Descrivimi il tuo modello di portiere.
Io penso che il portiere “debba fare il portiere” e non pensare di essere un numero 10 con la porta alle spalle. Parare rimane senza dubbio il primo compito riconosciuto anche da parte degli allenatori. E' chiaro che nel calcio moderno è necessario saper sviluppare il gioco con i piedi ma sempre con giocate sicure che non mettono in pericolo il possesso della palla.
...... Sul prossimo numero del giornalino in uscita nei prossimi giorni potrete leggere l'intervista completa.