PIETRO SPINOSA ALLENATORE PORTIERI TERNANA Prima squadra promossa della stagione 2020-21
Pietro Spinosa nasce a Castellana Grotte, in provincia di Bari, il 05 gennaio del 1963.
La sua carriera da portiere lo vede indossare le maglie di: Lavello, Fasano, Andria, Team Altamura, Turris Calcio, Civitanovese e Castel di Sangro. Ha giocato prevalentemente a sud, collezionando circa 400 partite.
Un episodio che, a Castel di Sangro, tutti ricordano ancora fu quando Pietro entrò all’ultimo minuto del secondo tempo supplementare, nella finale contro l’Ascoli, che valeva l’accesso in serie B, parò il rigore decisivo al capitano dell’Ascoli Milana e fu PROMOZIONE!!!!!.
Addirittura, l’anno successivo, esordì nella categoria cadetta. La definisce tutt’ora una grandissima soddisfazione ed un giusto premio alla sua carriera. Da preparatore dei portieri, inizia il suo percorso ad Altamura in C2, quando indossava ancora guanti e scarpini. Il merito del suo inizio da allenatore va riconosciuto a Mister Osvaldo Jaconi che lo lanciò definitivamente ad allenare i portieri fin dai tempi di Castel di Sangro (il portiere era De Juliis) e nei successivi sette anni, fino all’esperienza di Livorno.
A seguire Genoa, esperienze in Belgio e in Romania, il ritorno in Italia al Chievo Verona. Poi Pune City in India con Mister Colomba, Livorno, Lupa Castelli con Marco Amelia, di nuovo Livorno e dall’11 agosto è il preparatore dei portieri della Ternana Calcio di Mister Cristiano Lucarelli.
Mister, innanzitutto ti porto i complimenti personali e di tutto il consiglio di APPORT per il meritato traguardo della serie B con la tua Ternana. Raccontaci a caldo le tue sensazioni:
Grazie, grazie infinite davvero (sorride)! È una cosa stupenda quando nel lavoro si fanno dei sacrifici e questi vengono ripagati con certe soddisfazioni. A volte penso a quante volte mi sono trovato in giro per l’Italia e per il mondo, sacrificando la famiglia, gli affetti personali e.…non nego che sia stato difficile andare avanti con la mia solita costanza. Bene, penso che sia giunto il momento di dedicare proprio alla mia famiglia, questo ennesimo e meritato traguardo.
Dopo tanti anni tra serie A e serie B, cosa ti ha spinto ad accettare un’offerta dalla Lega Pro?
Quando ho parlato la prima volta con Mister Cristiano Lucarelli, ho capito fin da subito che potevamo fare bene e costruire insieme qualcosa d’importante. Da questo c’è da evidenziare come Cristiano sia stato molto bravo nel vincere subito al primo tentativo. Non era facile vincere, considerata l’etichetta che portavamo, le aspettative che c’erano e il valore stesso del campionato. Non dimentichiamoci che la Lega Pro girone C metteva ai nastri di partenza piazze e squadre importanti come: Avellino, Bari, Catania, Palermo etc., questo per far capire quanto possa essere stato difficile arrivare a questa vittoria con il miglior attacco (81 goal fatti), la miglior difesa (solo 24 goal subiti) e ad ora, avendo perso una sola volta.
Dall’alto della tua esperienza, qual è stato il vero segreto di questa cavalcata trionfale?
Sicuramente il gruppo, Mister Lucarelli è stato molto bravo a “costruire” una famiglia. Per spiegare meglio tutto ciò, mi sembra giusto specificare alcune cose. La nostra è stata fin dall’inizio una rosa molto ampia, tanti giocatori non trovavano spazio neanche per la panchina; ebbene, questi ragazzi, anzi, lasciatemeli definire professionisti, si sono sempre allenati al massimo permettendo di alzare la qualità del lavoro, con l’unico obbiettivo del vedere trionfare la propria squadra: così è stato!!! A questo vorrei aggiungere l’immenso lavoro fatto da parte di tutti i dirigenti della Ternana Calcio. Alla Ternana non abbiamo avuto neanche un caso di positività al Covid, questo a dimostrazione dell’attenzione dei ragazzi ma anche del lavoro perfetto che c'è stato da parte della Società, nel farci lavorare e vivere nella massima sicurezza.
Descrivi il tuo gruppo portieri:
Ho la fortuna di avere tre ragazzi propensi al lavoro. Uomini e professionisti a cui, fin dal primo giorno di ritiro, ho spiegato l'importanza di creare un rapporto, soprattutto tra di loro e questo, per me allenatore, ha la precedenza rispetto a qualsiasi gesto tecnico e di prestazione del portiere. Sono tecnicamente uno diverso dall’altro, ma alla resa dei conti, hanno tutti contribuito enormemente al risultato finale.
Antony Iannarilli è un 1990, portiere che ha fatto la differenza con le sue prestazioni. Monumentale a mio giudizio la prestazione interna contro il Bari, tanti interventi decisivi con una doppia parata nel primo tempo che i tifosi della Ternana non dimenticheranno facilmente, quella splendida vittoria ci portò a + 9 dall’Avellino.
Tommaso Vitali è il più giovane, classe 1999, è un ragazzo di ottima prospettiva di cui sono certo sentirete parlare. Ha mezzi tecnici importanti per fare la differenza in Lega Pro e non solo. Angelo Casadei è un 1988, portiere esperto che ha avuto un’importanza fondamentale per il gruppo. Ha avuto il merito di aver costruito una squadra dentro la squadra con i propri compagni di reparto. Mi auguro che in questo finale di stagione ci possa essere un po' di meritato spazio anche per questi due ragazzi, valuteremo con Mister Lucarelli.
Mister, in merito al girone C di Lega Pro, ci sono stati dei portieri che ti hanno colpito con le loro prestazioni?
Oltre ai già noti Frattali del Bari e Forte dell’Avellino, direi Marson della Vibonese e Confente del Catania.
E se Pietro Spinosa si dovesse definire come preparatore dei portieri?
Direi che ho sempre avuto la fortuna di allenare portieri con una grande cultura del lavoro e del sacrificio. Come ho già detto in precedenza per me è fondamentale costruire un rapporto con il mio portiere, questo potrebbe essere stato il mio segreto. A dimostrazione di tutto ciò, tutt’ora mi sento telefonicamente con quasi tutti” i miei portieri”: Generoso Rossi, Puggioni, Aldegani, Amelia, Mazzoni, Bardi e tantissimi altri, che ora nel frattempo, sono diventati preparatori dei portieri come me. È un piacere poter condividere e discutere con loro l’allenamento del portiere e le sue metodologie. Possiedo anch’io, come tutti gli allenatori dei portieri, dei principi. Ad esempio, non sono un preparatore che allena la croce, non credo in questa tipologia di allenamento specifico, perché con l’esperienza degli anni mi sono reso conto che i portieri quando fanno partitelle o situazioni con il gruppo squadra esercitano già questo tipo d’intervento. A mio giudizio lo propongono a scopo cautelativo, soprattutto in avvicinamento della partita, rispetto ad un attacco palla che può essere più “pericoloso” da effettuarsi durante le sedute di allenamento.
Lavoro, di conseguenza, sull’attacco palla e sulle palle a contrasto. Ritengo inoltre importante in ogni seduta, lavorare almeno per 10’ minuti sulle uscite. Questo perché, non ha senso per me effettuare un’unica seduta di allenamento specifica di 50’ minuti sulle uscite alte, quando in ogni allenamento il nostro portiere si trova (nel lavoro situazionale di squadra) a dover effettuare interventi in uscita alta.
Da portiere qual è l’allenatore che ricordi con più piacere?
Ricordo tutti, dal primo all’ultimo. Ho “rubato” da ognuno di loro il meglio per diventare quello che sono diventato oggi. Naturale che persone come Osvaldo Jaconi siano state fondamentali per il mio percorso da preparatore ma anche da portiere. Osvaldo è stato per me un secondo padre, il mio confidente.
Sportivamente parlando l’episodio della Finale di Foggia non lo dimenticherò mai. Mister Jaconi alla fine del primo tempo supplementare nella partita che valeva l’accesso alla Serie B mi disse: “Pietro sei pronto a portarmi in Serie B?” Io risposi “certo Mister, che devo fare?” Mi mandò a scaldare, era convinto che andando ai rigori avrei potuto fare la differenza; in settimana ne parai otto su dieci ai miei compagni e lì lui confidò al Presidente e al capitano che in caso di rigori avrebbe sostituito il pur bravo De Juliis con il sottoscritto. Parai il rigore decisivo a Milana e fu serie B! Che spettacolo.
E da preparatore dei portieri, un ricordo indelebile che ti lega ad un “tuo” portiere?
Servirebbe un libro (sorride). Sicuramente ce ne sono tanti, uno in particolare che mi fece particolarmente piacere fu di rientro dalla trasferta di Siena con il Livorno. Prima di salire sul pullman, Marco Amelia ricevette la telefonata di Mister Marcello Lippi che gli comunicava la convocazione al Trionfante Mondiale del 2006. Era il giusto riconoscimento per il rendimento di Marco, per il duro lavoro sul campo effettuato in tutte le categorie a difesa della porta del Livorno. In Serie C quando era ancora un ragazzino, in B (a sostituzione di Ivan) e in Serie A da portiere affermato.
Mister hai un sogno nel cassetto?
Quando deciderò di terminare la mia carriera da preparatore dei portieri mi piacerebbe instituire una Scuola Portieri a Fano, località dove risiedo. L’idea che mi “frulla per la testa” è di creare una collaborazione con le Società calcistiche del posto, nello specifico con i loro preparatori dei portieri, per dare la possibilità ai loro portieri di allenarsi secondo una metodologia di lavoro studiata e pianificata all’esigenza degli stessi.
Siamo ai saluti. Pietro è stato un piacere accoglierti nella nostra sala stampa virtuale:
Il piacere è stato mio nel condividere questo grande traguardo con tutti voi, riconosco quanto sia importante la formazione e l’aggiornamento nel nostro duro ma splendido lavoro. Ringrazio Apport per tutto questo e resto disponibile al confronto e al dialogo con tutti i preparatori dei portieri perché questo è strumento di crescita per tutto il movimento.
Intervista realizzata da MATTEO DELLA BARTOLOMEA