Lettera del Presidente Claudio Rapacioli
Con la stagione 2020-2021 dovrebbe scattare l’obbligatorietà della figura dell’allenatore dei portieri anche nei dilettanti. Dico dovrebbe perché ormai ci siamo abituati a non aver nessuna certezza quando ci si avventura nei regolamenti e nelle competenze tra i vari settori della FIGC.
L’incongruenza andata in scena quest’anno per l’obbligatorietà nei professionisti è una delle più classiche confusioni burocratiche, di cui è ricco il nostro bel paese.
Prima si stabilisce che a partire dalla stagione 2019-2020 tutte le società professionistiche per potersi iscrivere ai campionati devono avere tesserato un allenatore dei portieri con qualifica professionistica … e fin qui tutto bene.
Al momento di attuare questa norma poi si scopre che nessuno è competente per stabilire la sanzione nel caso si contravvenga, rendendo così inefficace un giusto riconoscimento professionale.
Inoltre, per sanare alcune posizioni di allenatori dei portieri che in possesso di un contratto professionistico, senza avere la qualifica adeguata, viene organizzato un corso appositamente per loro, ai quali sono invitati a partecipare.
Una buona percentuale di quelli non in regola si presenta e ottiene la qualifica necessaria, gli altri continuano invece ad operare, senza che chi è preposto al controllo intervenga con le giuste multe e squalifiche.
Di corsi ne sono stati fatti parecchi su tutto il territorio, tecnici qualificati ne sono stati formati tanti in questi ultimi 5 anni.
Apport vuole perciò che la FIGC dia il giusto riconoscimento a chi ha fatto sacrifici enormi di tempo e denaro per essere in regola con le disposizioni emanate, dimostrando che i corsi non sono solo delle forme sostentamento economico.
Altra richiesta che da qualche anno stiamo portando avanti è quella che gli allenatori dei portieri patentati possano accedere alla panchina.
Chi è in possesso del patentino è un tecnico qualificato che ha pagato per iscriversi, frequentare il corso e che ogni anno rinnova la quota di tesseramento federale. Perciò riteniamo che abbia tutti i diritti di accedere al campo, altrimenti non avrebbe alcun senso pagare la quota annuale di tesseramento FIGC come tecnico.
Assurdo poi il caso dei colleghi che hanno il patentino professionistico con il quale in serie A, B e C possono accedere alla panchina, ma se scelgono di allenare e tesserarsi con una squadra dilettanti vedono negarsi la possibilità di accedere al campo. A noi sembra un’incongruenza incredibile alla quale si deve dare una soluzione immediata che valorizzi la professionalità di chi si forma partecipando ai corsi.
Un altro punto che abbiamo già segnalato alla Federazione e che deve essere cambiato è quello delle presenze nei campionati per ottenere punteggio in fase di presentazione della domanda ai corsi.
Sappiamo bene com’è il ruolo e può capitare che per mille motivi in una stagione un portiere non si riesca a disputare nemmeno una gara. Allo stato attuale anche se il portiere risulta correttamente tesserato, si è allenato ed è sempre andato regolarmente in panchina, non si capisce il motivo per il quale non gli venga conteggiato alcun punteggio.
Altra difformità di trattamento si evidenzia nell’attribuzione dei bonus relativi alle vittorie in competizioni di Lega come campionati , coppa Italia , Supercoppa.
Al responsabile tecnico vengono assegnati i punti bonus secondo il regolamento del settore tecnico, allo staff (regolarmente tesserato e registrato in organigramma ) l’attribuzione è zero! Chiediamo di riconoscere allo staff tecnico un punteggio riferito al titolo conquistato in termini percentuali rispetto al responsabile della squadra, ad esempio se il punteggio del mister è 5 ai collaboratori viene riconosciuto un punteggio di 2,5.
Un pensiero lo spendo anche sulla difformità di trattamento rispetto ai collaboratori degli allenatori che nella stessa stagione possono essere tesserati per 2 squadre diverse nel caso in cui assumano il ruolo di allenatore principale in una categoria migliorativa. Oppure per i preparatori atletici che non si capisce come mai possano cambiare durante la stagione squadra.
Mi sembra che se si ci si riflette un po’ si capisce bene che ci sono molti argomenti che vanno affrontati e risolti se c’è realmente la volontà di crescere.
Visto l’approssimarsi del nuovo anno il consiglio di APPORT augura a tutti i soci un 2020 ricco di salute e soddisfazioni.
Claudio Rapacioli
Presidente APPORT